Un popolo che va in giro per l’Italia senza soluzione di continuità. Un popolo unito da una passione che non finirà mai. La serie B è questo. La serie B è ricchezza per tutti. La serie B è cultura, la serie B è gastronomia, la serie B è bellezza. Oltre al fattore sportivo c’è tutto questo. Il giro d’affari che ruota intorno al calcio cadetto per tutte le città, compresa la nostra, è rilevante.
Dai viaggi in aereo o in treno o col pullman o con mezzi privati, ai ristoranti, ai bar, a qualche trattoria tipica o all’ultimo dei chioschetti. Poi c’è il fattore culturale. La visita nelle varie città, alle proprie chiese, ai propri monumenti, alle piazze, ai lungomari, ai propri musei, al rapporto con i cittadini del luogo, allo scambio di vedute, al recepimento di nuovi punti di vista. Insomma, uno scambio umano e sociale da tenere in debita considerazione. Poi ancora gli esborsi per l’acquisto di prodotti folcloristici, di souvenir, di gadget che si trovano nei vari negozi caratteristici.
Praticamente tutto quel merchandising che può essere anche non attinente al calcio, ma semplicemente qualcosa che in quel momento ti ispira e ti. attrae. Insomma, week-end di passione passati con parenti ed amici o anche con sconosciuti, all’insegna dello sport, del sapere e della culinaria. Indubbiamente si muovono tanti soldi. E sono molte le attività che ne beneficiano. Inutile nasconderlo, il campionato degli italiani, così come è stato definito, sviluppa un movimento economico di diversi e svariati milioni di euro. Ed è troppo importante per una città, soprattutto per una realtà del sud come la nostra. Intrinseco a ciò poi, c’è il fattore sportivo. In ogni settore degli ospiti destinato ai tifosi del Catanzaro si sprigiona una energia trascinante. È difficile che qualcuno non si lasci coinvolgere da questo entusiasmo. E questo anche nel caso di risultati negativi.
Una tifoseria che si sposta ovunque, compatta e coesa e che ormai ha raggiunto una maturità da categoria superiore. Tutto troppo bello da vedere e da vivere. Sostenitori impareggiabili che si fondono con la propria squadra, appoggiandola e sostenendola sempre, a prescindere da tutto. È così che si fa, se si vogliono far identificare i calciatori in un sogno. Se si vogliono spingere gli stessi verso l’ottenimento di un traguardo, verso il raggiungimento di una meta. Anche “l’ultimo” giocatore della panchina se verrà chiamato in causa saprà cosa significa giocare per questa squadra. E magari sarà proprio “l’ultimo” a mettere quel sigillo finale sull’intera opera effettuata. Una chimera, un’aspirazione, una fantasticheria, un miraggio, un mito. Tutti termini che si sciolgono in un altro, la speranza.
Tutti stiamo lottando per raggiungere un’utopia, per colpire il centro di un bersaglio e statene certi che presto o fra qualche anno la freccia si conficcherà proprio nel centro. Lunga vita alla tifoseria giallorossa e alla propria squadra del cuore. E avanti così aquile imperiali perché la serie B è vita.