Il nostro è un amore forgiato nel dolore, temprato dalle sconfitte, nato tra le lacrime di dodici play-off persi. È un amore che non ha bisogno di vittorie per esistere, perché vive nei cuori di chi non ha mai smesso di credere. E domani, comunque vada, sappiamo che sarà stato bellissimo. Chi storce il naso oggi o ha la memoria corta… o forse non ha mai davvero conosciuto la polvere amara della Serie C.
Non ha mai provato l’umiliazione di dover elemosinare un’iscrizione, né l’ansia logorante di un domani incerto. Non ha mai percorso le strade dei paesi dimenticate del calcio, dove il Catanzaro lottava lontano dalla luce dei riflettori. A chi non c’era, non faccio lezioni. Ma chiedo rispetto. Per chi c’è sempre stato. Per chi, nei tempi bui, avrebbe firmato col sangue pur di arrivare a giocarsi una semifinale per la Serie A.
Per chi ha seguito il Catanzaro in campi di fango, in stadi invisibili sulle mappe, in trasferte in cui eravamo “i soliti intimi” in 50, non in 1500, quelli che partivano già con l’amarezza della sconfitta. Abbiamo un dovere. Un dovere d’amore e gratitudine. Essere a La Spezia, con il cuore in gola e l’anima giallorossa. Per dire grazie a questa squadra, a questa società, per averci fatto tornare a sognare. Perché ogni sorriso, ogni esultanza, ogni battito per amore vale il viaggio. Noi siamo quelli forgiati nel buio.
Quelli che la gloria vera l’hanno già trovata, non nei trofei, ma nella fedeltà e appartenenza. In quell’amore disperato che ci lega a questi colori, a questa città, oltre ogni risultato, oltre ogni logica. Tu sei il nostro cuore, e noi siamo il tuo ed è meglio amare e perdere che vincere e non amare mai.
La Calabria è giallorossa. E lo sarà per sempre. Tutti a La Spezia. Per amore. Per orgoglio. Per il Catanzaro. Perché è tale il mio amore che, per il tuo bene… sopporterei ogni male.