Due punti persi, la sensazione di una squadra che ancora oggi – alle tredicesima giornata- cerca disperatamente un’identità, un’idea di gioco, una quadratura che aveva trovato qualche settimana prima e l’ha sconfessata oggi. Un allenatore che – mi spiace dirlo- ha grosse responsabilità, ha cattive letture durante la settimana, uno stratega che – chissà per quale mistero – regala sempre un tempo agli avversari , i quali ringraziano e portano a casa. Questa è la sensazione del dopo Catanzaro-Pescara, una partita che ha detto molto, che ha visto (anche) i giallorossi produrre gioco ( hai un Cisse straordinario in campo e non ne sai approfittare), ma che ha svelato lacune gigantesche nel reparto difensivo o – meglio- nel l’atteggiamento difensivo, che è cosa diversa. Responsabilità tecniche enormi, letture strabiche, giocatori mai utilizzati (Liberali dove sei?), giocatori utilizzati male, cambi che potrebbero risolvere la contesa, ma – anche quelli- sembrano molto più un concetto di approssimazione che una precisa volontà. Peccato, peccato perché una vittoria oramai conquistata e sfumata all’ultimo respiro sa tanto di beffa, peccato perché si poteva staccare il biglietto per la tranquillità, peccato perché hai palesato lacune enormi che altre squadre non ti avrebbero perdonato. Gli interrogativi sarebbero molteplici, mi limito a chiedermi: perché cambi un modulo che ti aveva dato 9 punti in tre gare? Perché proponi giocatori anonimi come Di Chiara e Oudin? Perché non dai mai spazio al giovane Bashi? Perché insisti nell’ignorare Liberali? Perché scopri solo alla tredicesima giornata un piccolo talento come Buso? Perché metti in campo nei minuti finali Bettella? Perché non fai un bel discorso a Iemmello, troppo spento ultimamente? Perché non possiamo mai vedere il giovane Seha? Perché non metti Buglio se Petriccione ha un problema fisico? Questi e molti altri gli interrogativi di un pubblico che – giornata dopo giornata- diminuisce sensibilmente, dimostra freddezza, non riesce ad emozionarsi, non è convinto di possedere una squadra che lo possa far stare tranquillo. Una squadra ballerina, isterica, che quando va sotto pressione rischia sempre, che propone solo lanci lunghi del portiere (maggiore capo d’imputazione nei confronti di Caserta l’anno scorso, non dimentichiamolo), che non ha una sua precisa fisionomia, che soffre terribilmente in mezzo al campo. Conviene, al più presto, porre rimedi e tornare a quell’atteggiamento prudente già visto con Palermo e Venezia, senza fare mai più esperimenti. In caso contrario, saranno dolori e mal di pancia. Aquilani sveglia!!!

