Un campionato iniziato con l’ingaggio di un nuovo allenatore dopo una telenovela vissuta con mister Vincenzo Vivarini durata un bel po’. Il nuovo mister viene scelto nella persona di Fabio Caserta. Una scommessa per la proprietà.
Inizialmente i mugugni sono tanti, ancor prima di iniziare a giocare. Poi le cose si cominciano a delineare. La squadra pareggia, forse troppo, ma non perde. Rimane nelle prime nove giornate dal 12° al 16° posto con un’unica scivolata alla 17^ posizione alla terza giornata. Dalla decima alla quindicesima giornata si rimane inchiodati in classifica all’undicesima casella. Poi inizia una sorta di rimonta. Si comincia anche a vincere e si scalano posizioni che vanno dal 9° al 5° posto. Alla 27^ e 28^ giornata si raggiunge finanche il 4° insediamento in graduatoria.
Ecco allora che i criticoni seriali cominciano a cambiare idea. Adesso sono tutti con mister Caserta. Ma non appena si slitta nuovamente alla 5^, 6^ e 7^ posizione, manco fossimo in zona retrocessione, ritornano sugli scudi i distruttori a prescindere, i Masaniello in cerca di seguaci, i fomentatori del popolo, ma sono una insignificante minoranza. Nessuno li segue. Rimangono a bollire nel proprio brodo. Il Catanzaro, così come dichiarato dalla proprietà ad inizio campionato, raggiunge la salvezza con largo anticipo. Ora ha ottenuto anche la partecipazione ai play-off, per il secondo anno consecutivo, quando ancora all’ultima di campionato parecchie squadre sono alla ricerca spasmodica di punti per salvarsi.
A questi personaggi io dico, “andate fuori dal tempio” e non permettetevi di salire sul carro dei vincitori. Sì, perché il Catanzaro è salvo ed ha vinto, il Catanzaro partecipa ai play-off per la seconda volta in due anni ed ha stravinto. E ancora non si sa come potrà finire. Andate in Sila, andate al mare, ma non mettete piede allo stadio “Nicola Ceravolo”, perché al tempio non vogliamo farisei, ma solo tifosi veri, tifosi delle aquile imperiali, tifosi di serie A.
Restiamo noi. La stragrande maggioranza. Coloro i quali sostengono questi colori senza soluzione di continuità. E quando disapprovano qualcosa o commentano ciò che sta accadendo lo fanno sempre in modo civile, diplomatico, costruttivo. Senza contestare a spada tratta, usando il ragionamento e le parole giuste e soprattutto senza offendere e nel pieno rispetto delle persone. Ma quest’anno lo si è fatto pochissimo perché il Catanzaro è tra le prime otto di questa stagione sportiva e sta dando soddisfazioni a questa splendida tifoseria. Quella vera. Quella che non si arrende mai. Quella che, se deve dare un rimprovero lo fa a malincuore. Quella che però sa esaltare i suoi beniamini. Quella che loda l’allenatore della propria squadra del cuore. Quella che approva l’operato di una grande società.
Siamo proprio noi. I giallorossi di Calabria. Le aquile reali. Siamo il Catanzaro.