Abbiamo tutti un vicolo torto.
Dove rimani appeso all’elegia dell’eterno, e al suo ritorno.
Un tempo atteso, che ora rimane lungo e appeso.
Alla filigrana di uno stemma, e un groppo in gola.
Un alito di vita, e di tormento.
Una nuvola di fumo, e due occhi persi.
Luci di lacrime, e lei che sfugge.
Bianca come la pace, e spicchi neri di more d’oltrestate.
Darle un colore non ha senso.
Il colore ce l’ha dentro.
Appena gonfia i quadretti di una rete tersa, candida e grande come l’amore di tua madre.
E che ti accoglie.
E fra i quadretti di quel quaderno fido, a tempera ci scrivi un giorno e la sua storia.
Il Catanzaro è nato fra i vicoli di Napoli che, oggi, festeggia lo scudetto.
L’anno scorso perdemmo 4 a 1 a Cremona e si sa che, però, la ruota gira, per quella strana legge del contrappasso.
Oggi toccherà a Spezia.
Per dirci che il paradiso lo ha fatto Dio, per chi non ha il sorriso.